Si fa un grande parlare in questi mesi di barriere paramassi marcate CE, di barriere che non lo sono, di barriere che lo saranno, di barriere che vorrebbero esserlo e non lo saranno mai..... (-:
.....chi non le vuole dice la sua, chi le vuole dice la sua ognuno in sostanza tira l'acqua al proprio mulino.
Prendo spunto da una ultima nota inviata ad Assoroccia (l'Associazione nazionale costruttori/installatori opere di difesa dalla caduta massi) dall'Ing. Baratono (Servizio Tecnico Centrale) per cercare di valutare la vicenda della marcatura CE secondo due aspetti molto diversi ma a mio avviso da approfondire:
1. Le opportunità di mercato con la marcatura CE: è evidente che la nota dell'Ing. Baratono a risposta di una richiesta di chiarimenti da parte di Assoroccia dimostra come il mercato (oggi fatto di progettisti, imprese di costruzioni, produttori e PA) non abbia percepito le opportunità che ci sono e ci sarebbero state se la marcatura CE delle barriere paramassi fosse stata vissuta come un modo per sollevare il mercato dal punto di vista tecnico, per sollevare le competenze degli interlocutori di mercato nei confronti dei committenti, per creare sinergie e rinnovamento dell'esistente, come anche ritagliasi la forza di porsi come "sistema" a livello nazionale e internazionale con competenze specifiche (veramene uniche al mondo) piuttosto che rimanere nella mediocrità. A mio avviso, andare in cerca di mille possibilità per porre una barriera paramassi sul mercato senza marcatura CE (via ETA) mi sembra una visione miope e basata su considerazioni opportunistiche , anche economiche, ma di breve periodo.
2. I profili di responsabilità di progettisti, imprese e PA sulla scelta o meno di barriere marcate CE: come evidenziato dall'Ing. Baratono (nella nota sopra citata) i modi per porre sul mercato una barriera idonea all'utilizzo in un determinato Stato membro sono (in un precedente post trovate una spiegazione dei termini):
- Marcatura CE
- Certificato di Idoneità Tecnica (CIT)
- Principio di Equivalenza da parte della Stazione Appaltante.
non sono avvocato e quindi ...mi chiedo se si possano contemplare diversi profili di responsabilità (in caso di danno) del progettista, direttore lavori, impresa o Amministrazione di fronte all'accettazione e/o proposta di una barriera paramassi "verificata" con una delle tre diverse tipologie sopra riportate??
Anche in questo caso a mio avviso sarà il mercato a definire quale strada perrcorrere, saranno i progettisti che sulla base delle loro competenze e nel rispetto delle normative dei rispettivi stati specificheranno i sistemi più idonei per la sicurezza delle persone, saranno le imprese che co-responsabili con la direzione lavori nel proporre il sistema che meglio garantisce i requisti di progetto e soprattutto saranno le PA ad effettuare scelte coerenti con l'obiettivo della messa in sicurezza di una determinata area..... tutto questo forse è solo un sogno.....
Nel complesso per questo settore di mercato (come per altri settori del mercato dei lavori pubblici) il grosso problema è che l'utilizzatore/acquirente (tutti noi cittadini) non decide quali barriere paramssi "acquistare" per proteggersi la strada che porta verso casa.......
....come non ci sogneremo mai di comperare un gioco per i nostri figli che non sia marcato CE non capisco perchè se ne discute così tanto per strutture che proteggono le vite umane.
Thomas